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Vaccino italiano: i punti di forza

Vaccino italiano arrivo per l'estate

A giugno 2021 è previsto l’arrivo del vaccino italiano. Quest’ultimo è sicuro e induce una risposta immunitaria robusta e con adeguato profilo di risposta. Lo dimostrano i dati della fase 1 della sperimentazione clinica di GrAd-CoV-2 (il candidato vaccino italiano di ReiThera) che si è svolta all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e al Centro Ricerche Cliniche di Verona.

Il vaccino italiano, i punti di forza

Dopo 28 giorni dalla vaccinazione oltre il 94% dei soggetti nella fascia d’età 18-55 anni vaccinati con una sola dose ha prodotto anticorpi, ed oltre il 90% ha sviluppato anticorpi con potere neutralizzante nei confronti del virus.

La risposta cellulare, ovvero la produzione di linfociti T indotta dal vaccino specifica contro la proteina spike del coronavirus, è risultata estremamente robusta in tutti i soggetti valutabili nella fascia d’età 18-55 anni, e potenzialmente più elevata di quella dei pazienti con infezione naturale da SARS-CoV-2. Inoltre, la risposta osservata nei soggetti anziani non differisce da quella dei soggetti più giovani.

Le reazioni avverse del vaccino italiano sono state limitate per intensità e durata, e nessun volontario ha manifestato eventi collaterali di gravità tale da compromettere le attività quotidiane.

Come rilevato anche dai dati raccolti da Stefano Milleri, direttore scientifico del Centro Ricerche Cliniche di Verona, dove si è svolta parte della sperimentazione, le reazioni all’inoculazione nei volontari sono state transitorie e di lieve e limitata intensità: arrossamenti nella zona dell’iniezione, qualche linea di febbre, un po’ di mal di testa, tutti sintomi spariti nel giro di poche ore, e modeste alterazioni dei parametri ematochimici senza segni clinici, potenzialmente associate all’attivazione del sistema immunitario.

I risultati sono stati presentati nella conferenza stampa organizzata dalla Regione Lazio, che insieme al Ministero dell’Università e della Ricerca ed al CNR ha finanziato la fase 1 della sperimentazione. Infine sono state delineate le attività della sperimentazione nelle fasi successive 2 e 3, al termine delle quali, se non vi saranno imprevisti, avremo a disposizione un nuovo vaccino. Il percorso potrebbe concludersi con l’approvazione da parte dell’agenzia Regolatoria Europea (EMA) entro la prossima estate.

“Perché investire su un altro vaccino?” si è chiesto il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli nell’introdurre i lavori. Le risposte sono molteplici: la necessità di potenziare la capacità di ricerca italiana in un campo che per tanti anni è stato trascurato, l’opportunità di disporre di risorse e know-how nazionali per non dover dipendere dall’estero; e soprattutto il fatto che di questo virus sappiamo ancora poco, e solo col tempo impareremo quali vaccini funzionano meglio, quali ci proteggono solo dalla malattia e quali anche dall’infezione, quali sono più facili da usare, e se specifici tipi offrono maggiori vantaggi in gruppi speciali della popolazione.

Antonella Folgori, presidente della biotech ReiThera, ha ripercorso la storia del vaccino e del gruppo di lavoro che lo ha messo a punto, utilizzando come vettore un adenovirus di gorilla. Un viaggio partito dai laboratori di ricerca di Castel Romano dove è stato innestato sull’adenovirus (il vettore virale) il codice genetico della proteina spike del coronavirus. Questo vettore è stato costruito in modo da non replicarsi nell’organismo e non integrare le informazioni genetiche che trasporta nel genoma umano. Nei bioreattori dell’officina di manifattura il vaccino e’ stato poi prodotto per la sperimentazione clinica.

Nicola Magrini, direttore generale AIFA, ha brevemente ricordato quali e quanti sono i passaggi ai quali deve essere sottoposto un candidato vaccino per poter avere l’autorizzazione anche emergenziale all’uso, e che ne garantiscono l’efficacia e la sicurezza.

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, dopo aver ringraziato l’eccezionale team di vaccinazione dello Spallanzani coordinato da Simone Lanini, Andrea Antinori e Emanuele Nicastri, ha presentato i dati più significativi, che verranno a breve sottoposti per pubblicazione su una rivista scientifica come da prassi. In estrema sintesi, dalla sperimentazione è emersa un’attivazione armonica dell’immunità umorale (anticorpi) e dell’immunità cellulare (linfociti T).

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