Prevenzione

COVID19: allergie ai pollini non sono fattore di rischio, ma alcune forme di asma possono aggravare malattia

Asma grave, nuove terapie
In Italia il maggior numero di decessi legato all'Asma grave

Fino al 15-20 per cento della popolazione è interessato da allergie stagionali legati al polline, i più comuni dei quali comprendono prurito agli occhi, congestione nasale, naso che cola e talvolta respiro sibilante ed eruzione cutanea. Tutti questi sintomi sono anche indicati come febbre da fieno, allergia ai pollini o rinite allergica, che è comunemente associata all’asma allergica nei bambini e negli adulti.

COVID-19 e allergie

Negli studi finora disponibili le allergie, incluso l’asma allergico lieve, non sono state identificate come un fattore di rischio importante per l’infezione da SARS-CoV-2, o per un risultato più sfavorevole.

Invece, l’asma in forma da moderato a grave, in cui i pazienti hanno bisogno di cure quotidiane, è incluso nelle condizioni polmonari croniche che predispongono alla malattia grave. L’Istituto Superiore di Sanità raccomanda ai pazienti di non interrompere le terapie. “Bambini e adulti in terapia di mantenimento per allergie (ad es. Inibitori dei leucotrieni, corticosteroidi per via inalatoria e/o broncodilatatori) devono continuare il trattamento come prescritto dal medico e non devono interrompere la terapia a causa dei timori di COVID-19 – si legge in una nota -. Se sviluppano sintomi compatibili con COVID-19, dovranno autoisolarsi, informare il proprio medico e monitorare la propria salute come tutti gli altri. Se si sviluppa una difficoltà progressiva respiratoria, devono cercare immediatamente assistenza medica.

la memoria della pelle

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