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Carcinoma adrenocorticale: studio traccia i contorni delle recidive

carcinoma adrenocorticale

Portare a una maggiore comprensione dei pazienti con recidive da carcinoma adrenocorticale. Lo studio retrospettivo coordinato da Massimo Terzolo e sostenuto da AIRC, ha raggiunto il suo obiettivo. I risultati delle indagini sono stati pubblicati sulla rivista European journal of Endocrinology.

“A volte la ricerca sui tumori richiede di fermarsi – si legge sul sito della Fondazione Airc– guardare un poco indietro nel tempo e fare un bilancio tra i risultati delle terapie in uso e i loro effetti”. Le indagini di questo tipo si chiamano studi retrospettivi. Consentono di aggiornare le terapie o trovare fattori predisponenti e predittivi di una certa malattia, proprio in base agli esiti di pazienti dopo un certo numero di anni. Possono anche aiutare a comprendere come gestire le recidive, cioè la ricomparsa di cellule tumorali dopo un trattamento.

Lo studio sul carcinoma adrenocorticale

In particolare, un raro cancro del sistema endocrino, il carcinoma adrenocorticale, si ripresenta nel 30-80 per cento dei pazienti, ma è poco studiato dalla comunità scientifica. Da qui nasce l’analisi retrospettiva, partita dalla selezione di 106 persone con carcinoma adrenocorticale in cura presso l’Ospedale San Luigi di Orbassano. Per essere idonei allo studio, i pazienti dovevano aver sviluppato una recidiva dopo la rimozione chirurgica del tumore, in un periodo compreso tra il 2001 e il 2019. Dopo un lungo studio, suddiviso per gruppi, a marzo 2020 sono stati raccolti i risultati. Le principali scoperte sono state:

  • la maggior parte dei pazienti in tutti e tre i gruppi ha sviluppato più lesioni in diverse sedi;
  • quando era presente una sola lesione, questa era localizzata prevalentemente nel polmone;
  • l’età media in cui si sono presentate le recidive è stata di 48 anni, con una maggioranza nelle donne;
  • i pazienti con una sola lesione hanno avuto una prognosi migliore rispetto agli altri;
  • il tempo intercorso tra l’intervento chirurgico e la recidiva ha condizionato la prognosi: quanto più la recidiva si è presentata tardi nel tempo e tanto maggiore è stata l’aspettativa di vita dei pazienti;
  • infine, la chirurgia, eventualmente combinata a tecniche di radiologia interventistica e alla radioterapia, sembra essere il metodo più efficace per la cura delle recidive.
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